Realtà aumentata: visione, risultati e suggerimenti
“Vuoi dirmi che possiamo mettere nella realtà qualsiasi contenuto virtuale? Un foglio di carta con un disegno in bianco e nero è sufficiente per fare la magia?”.
Sono passati quasi dieci anni da quando abbiamo sentito queste parole, e ancora oggi ci emozioniamo pensando a quanti progetti possono essere sviluppati e al potenziale di questo nuovo mass-media che ci sta permettendo di raggiungere obiettivi ambiziosi in tutti i settori di mercato. Da quel giorno non siamo più gli stessi, non abbiamo più la stessa visione. Quel giorno, spinti dai film e dalla letteratura cyberpunk della nostra infanzia, ci siamo resi conto che le possibilità erano infinite. Il cambiamento appena iniziato era un’opportunità che non si vedeva dai tempi d’oro di Internet.
Ogni rivoluzione porta con sé i semi dell’evoluzione e noi dovevamo assolutamente partecipare.
Ecco perché abbiamo scelto la realtà aumentata: perché è un costrutto tecnologico che affonda le sue radici nella storia dell’informatica e una visione di un futuro affascinante, di cui vogliamo essere protagonisti e parte attiva.
Crediamo fermamente che la difficoltà dell’Industria 4.0 oggi risieda nell’incapacità di concentrarsi sul futuro prossimo. Forse perché, a differenza dei grandi marchi americani, qui da noi manca sempre un ruolo fondamentale: quello del “futurista”, il tecnico non tecnico, che diventa portavoce e oracolo della strada da seguire.
Ecco perché abbiamo deciso di aprire la nostra agenzia TwoReality con la visione e la missione di esplorare ed espandere il ruolo che l’innovazione tecnologica giocherà nel campo della comunicazione.
I primi a muoversi sono stati dei veri e propri visionari che hanno creato le condizioni migliori affinché i giganti della tecnologia e dell’informazione investissero somme sufficienti per portare la tecnologia della realtà aumentata allo stato attuale: non si tratta più di una situazione embrionale, ma dell’inizio di una curva esponenziale che la attende nel prossimo futuro. La realtà aumentata è oggi figlia di queste tecnologie, che utilizza a proprio vantaggio in modi complessi ma (quasi) sempre efficaci. Oggi un numero crescente di aziende e agenzie sta realizzando esperienze native in realtà aumentata, anche se in realtà chi lavora da molti anni in questo settore ha una visione e conosce personalmente le figure chiave e sa bene che nulla può essere inventato senza un’esperienza specifica e profonda. Ci vuole esperienza e anche la capacità di indirizzare le aspettative del cliente verso obiettivi concreti, fornendo servizi scalabili, senza avere paura di dire anche “no”, se questo, alla fine, permette di focalizzare l’obiettivo principale in modo più efficace con un progetto ancora più coerente.
Lavorare a progetti di realtà aumentata per grandi aziende è fonte di grande soddisfazione perché è facile portare risultati tangibili al tavolo delle riunioni.
Spesso è sufficiente sviluppare una demo, se le aspettative del cliente sono ben definite dalle fasi di briefing e ideazione, per rendersi conto dei vantaggi concreti che la realtà aumentata può portare praticamente in tutti i settori. Il progresso tecnologico degli ultimi vent’anni dimostra che le tecnologie che hanno avuto successo, anche se le previsioni non erano delle migliori, sono quelle che migliorano i processi produttivi sotto un doppio impulso: semplificazione/approfondimento. È proprio qui che la realtà aumentata deve lavorare: semplificare i processi e i nodi della pipeline di produzione/progettazione/sviluppo/formazione per dare una conoscenza completa e immediata di attività che oggi sono astruse, complesse o organizzate in modo poco funzionale.
I dati di marketing sono sempre promettenti,
anche se le migliori ricerche di mercato sono ancora molto difficili da realizzare e vengono sviluppate solo dai giganti dei bigdata (Gartner, CB Insight, ecc.).
Crediamo che nel prossimo futuro l’interesse di un numero ancora maggiore di settori si avvicinerà a questo nuovo mezzo di comunicazione di massa, spinto dalla diffusione del passaparola e dalle esperienze concrete di brand pionieri del settore, che hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di investire nel settore negli ultimi anni, per aprire la strada alla futura adozione di massa di queste tecnologie, sempre parlando in termini di brand vision b2b e non di prodotto di consumo che, purtroppo, avrà ancora molti ostacoli da superare, primo fra tutti gli alti costi di ingresso. Casi di successo sono pubblicati su varie testate giornalistiche, ma bisogna fare attenzione a valutare il ROI attraverso gli occhi di un cliente, andando oltre il primo punto di vista che è quello dell’effetto mediatico, del passaparola, dell’effetto wow di cui oggi si parla molto.
Visione: Dal punto di vista dei consumatori, c’è ancora molto da fare per raggiungere le previsioni di mercato.
Le aziende che sviluppano software AR devono soprattutto concentrarsi sulla tecnologia disponibile oggi sul mercato e sull’accessibilità di questi strumenti al grande pubblico. A nostro avviso, le parole chiave sono immersione, connessione e interattività, ma queste devono essere legate all’apertura di una nuova metodologia di lavoro, proprio come è stato per la tipografia quando è nata la stampa digitale, per la fotografia con l’arrivo delle fotocamere digitali, per l’architettura con l’arrivo di autocad e così via. Ora che i nuovi strumenti stanno prendendo forma, bisogna consentire a persone e professionisti un accesso di massa, in attesa dell’arrivo di dispositivi ad alte prestazioni a un prezzo accessibile: anche la risoluzione dei dispositivi e la potenza dei processori devono essere aumentate. Quando un artista digitale si avvicina per la prima volta ai controller touch e utilizza il mirino, bastano pochi istanti per scoprire che è una vita che si allena per questo momento e per intuire visceralmente l’infinita potenza di questo sconvolgente mass-media che permette la creazione assoluta entrando nel proprio soggetto senza alcuna distrazione.
Il futuro della realtà aumentata:
Nei prossimi 5 anni si assisterà a una progressiva miniaturizzazione dei dispositivi, a nuovi metodi di input che non richiederanno più il controllo dei gesti e a una standardizzazione delle interfacce UX e virtuali. Il mercato principale sarà probabilmente quello b2b per il settore enterprise e le applicazioni aziendali per la formazione e i professionisti, insieme a una nuova esplosione (già iniziata in Cina) di sale giochi b2c di puro intrattenimento: ambienti ludici, escape room e aree virtuali accessibili come parchi a tema sapranno come emozionare il pubblico, senza che questo debba acquistare dispositivi costosi che non si ripagano da soli in modo coerente con il loro costo. Siamo convinti che tra 10 anni il pubblico tratterà la VR e l’AR nello stesso modo in cui oggi tratta gli smartphone con i loro processori straordinariamente potenti che sono entrati nella nostra vita quotidiana. Oggi siamo sempre connessi, domani saremo sempre pronti a passare all’AR per una conversazione dal vivo con un amico dall’altra parte del mondo, per una riunione in AR o per un ordine online nel nostro negozio di fiducia.
Sarà un cambiamento rapido, semplice e immediato.
Infine, tra 25 anni la realtà aumentata sarà talmente diffusa e standardizzata che, se non saranno state fatte scelte lungimiranti per proteggere le persone fisiche all’interno del loro mondo reale, rischieranno di vedere zone oscure, pericolose aree di confine dove sarà facile essere esiliati a scapito delle connessioni reali e della vita quotidiana. Ma alla fine la tecnologia è sempre stata questo:
un rasoio su cui camminare, facendo attenzione a non perdere l’equilibrio.
Consigli per le aziende:
Per le aziende che desiderano entrare in questo settore, consigliamo sempre di lavorare con agenzie strutturate e presenti da anni in questo campo, ma anche di testare instancabilmente nuove applicazioni, sperimentare, guardare video immersivi e seguire l’evoluzione di hardware e software, senza essere troppo “schizzinosi” o delicati per intenderci. Come tutte le giovani tecnologie, ci sarà un boom di agenzie e sviluppatori di servizi seguito da un declino esponenziale, come nel caso del mondo dello sviluppo di app o del social brand management che oggi rischia di fare questa fine. Bisogna sempre chiedere e valutare i casi di studio realizzati da queste aziende e diffidare delle piccole startup senza know-how o delle agenzie di comunicazione che, a causa della mancanza di lavoro nel campo della comunicazione e del marketing, si buttano nel mondo dell’AR VR per cercare di fare soldi. Infatti, consigliamo sempre di studiare e sviluppare progetti che siano utili per l’azienda e che abbiano un ritorno misurabile e di lasciare da parte l'”effetto wow”, che poteva essere efficace fino a qualche anno fa ma che oggi mostra i suoi limiti più evidenti, visto che le persone sono già sufficientemente introdotte all’argomento.
Visione: Ci aspettiamo sempre di più da questa tecnologia (e giustamente, direi!).
Concludiamo con un consiglio pratico: se la tua azienda ha un budget limitato o un tempo di sviluppo breve, non sviluppare progetti ma dedicati all’analisi del mercato per individuare i desideri e stabilire scadenze e budget adeguati per i progetti futuri: infatti, sviluppare alla perfezione queste applicazioni richiede tempo e investimenti adeguati, oltre a strumenti tecnologici che avanzano nell’ottica di una crescita esponenziale e che, se avviati prematuramente, possono concludersi lasciando una grande delusione. Oggi abbiamo una sola certezza, condivisa con i nostri colleghi e collaboratori, come un mantra che ci dà fiducia.
La realtà aumentata è e sarà una rivoluzione tale che ci sarà spazio per tutti,
per ogni professionista, per ogni marchio, per ogni azienda e per ogni settore:
viviamo nel periodo più emozionante della storia dell’umanità e il meglio deve ancora venire!
Se sei pronto a sfruttare la realtà aumentata, TwoReality ti offre tutto ciò che ti serve per avviare il processo di apprendimento della tua azienda.